Biografia di Massimo Giordano
Dalla nativa Pompei ai palcoscenici del mondo: è la storia del tenore Massimo Giordano, uno dei più affermati protagonisti della scena lirica internazionale.
Il segno del destino
Nato nella cittadina alle porte di Napoli da famiglia di semplice estrazione operaia, il piccolo Giordano a otto anni va a vivere coi genitori e la sorellina a Trieste, dove il padre ha ottenuto un posto di bidello nel locale conservatorio musicale Giuseppe Tartini. Se i legami con la terra d’origine non saranno mai recisi e l’anima napoletana del padre giocherà un ruolo decisivo nelle future vicende, il trasferimento a Trieste sarà il segno del destino. Massimo inizia a studiare flauto in conservatorio, ma a diciotto anni, alla vigilia del diploma, colpo di scena.
Ecco come il mondo della musica perse un flautista e acquistò un tenore
Lo racconta lui stesso: “Quale strumentista pensavo che l’opera e il mondo dei cantanti non appartenessero alla mia personalità. Errore! Pochi giorni prima del diploma in flauto, un amico pianista, un ragazzo purtroppo non vedente, mi domanda se avevo voglia di intonargli una canzone napoletana. Mio padre (che aveva una splendida voce di tenore leggero) gli diceva sempre che anche io avevo una bella voce. Loro due nel tempo libero andavano in giro a divertirsi, suonando e cantando. Così il mio amico mi chiese se avessi voglia di provare a cantare come faceva mio padre e appena aprii bocca esplose: ‘Ma tu sei completamente pazzo, cosa ci fai col flauto, tu devi studiare lirica!’”. Ecco come il mondo della musica perse un flautista e acquistò un tenore.
In rampa di lancio
Dopo il diploma vince diversi concorsi, ma come Corelli, la Cerquetti, Bastianini, la Moffo, Ruggero Raimondi, Bruson, la Devia e tanti altri, sarà il concorso del Lirico Sperimentale A. Belli di Spoleto a regalargli nel 1997 il debutto. Protagonista ne La clemenza di Tito di Mozart, al Teatro Caio Melisso. Causa terremoto, del secondo ruolo, Alfredo ne La traviata, canterà solo la generale, con un Teatro Nuovo devastato dalle scosse. Mentre al Verdi di Trieste, lui ex corista, si troverà in rampa di lancio come Ernesto in Don Pasquale, fra l’intuibile giubilo degli ex colleghi.
Da Werther…
Il colore puramente romantico della voce non poteva che chiamare l’eroe romantico per eccellenza, Werther. Dopo l’anteprima al Valli di Reggio Emilia nel ’98, si spalancano le porte dei teatri. L’anno seguente, Roméo et Juliette di Gounod con Mariella Devia al Regio di Parma e nel 2000, durante il Giubileo, il successo ne Le jongleur de Notre Dame all’Opera di Roma. Che Giordano inaugura anche l’anno successivo, quel 2001 che lo vede pure Fenton nel mitico Falstaff di Abbado prima e Maazel poi, a Salisburgo. Chailly lo dirige in vari Requiem verdiani su e giù per l’Europa e nel 2005 canta a Roma con Gelmetti il Requiem in memoria di Giovanni Paolo II. Nel 2006 debutta al Metropolitan di New York nella Manon di Massenet a fianco di Renée Fleming. Un’altra divina, Anna Netrebko, sarà la partner nel 2008 in un’altra celebre Manon, a Vienna. Con lei nel 2009 Massimo tiene una trionfale tournée in diversi paesi europei.
…a Cavaradossi (e molto altro)
Intanto la voce dispiega la gamma completa del tenore lirico che osa puntate nel repertorio più spinto. Così il repertorio si arricchisce. Ecco quindi Cavaradossi nei principali teatri del mondo. E, nel 2009-2010, la Carmen di Don Josè, a Berlino, a Vienna; in seguito pure Don Carlo, senza abbandonare l’Alfredo de La traviata e il Rodolfo de La bohéme.
Cittadino dei teatri del mondo
La Scala di Milano, il Metropolitan di New York, la Staatsoper di Vienna, Monaco, Berlino, la Royal Opera House di Londra, l’Opéra di Parigi sono solo alcune delle case musicali di Massimo, ormai cittadino dei teatri del mondo. Da Sidney a Tokio, Chicago, Roma, Zurigo, Dresda, Madrid… E i festival, produzioni mitiche come il Falstaff di Verdi diretto nel 2001 da Abbado a Salisburgo (regia di Declan Donnellan) o il successo personale del suo Lensky nell’Eugene Onegin di Tchaikovsky, a Glydebourne nel 2008. Vladimir Jurowski direttore, regia di Graham Vick.
Amore e tormento
Il 2013 è l’anno dell’esordio discografico. In maggio esce il primo album da solista di Massimo, Amore e tormento, grazie a un contratto esclusivo con la BMG. Accompagnato dall’Ensemble del Maggio Musicale Fiorentino diretto da Carlo Goldstein, qui canta l’amore secondo Puccini, Verdi, Cilea, Umberto Giordano, nelle più celebri romanze da Tosca, Andrea Chenier, Turandot, L’arlesiana, Adriana Lecouvreur e in alcune gemme dimenticate.
Vizi privati, pubbliche virtù
Vizi: la famiglia, i due figli, i genitori, il profondo legame col padre. Ma anche il gioco degli scacchi, di cui è appassionato, e quello più popolare del calcio. Come pure la passione per le arti figurative dei secoli passati. Giordano risiede coi suoi cari a Trieste. Virtù: quelle sotto gli occhi e nelle orecchie di tutti ogni volta che sale sul palcoscenico.
Grazie Maestri!
Da Claudio Abbado a Zubin (Mehta), scorre l’alfabeto di bacchette prestigiose: Riccardo Chailly, James Levine, Lorin Maazel, Antonio Pappano, Michel Plasson, Yuri Temirkanov. All’appello non mancano Marco Armiliato, Maurizio Benini, Bruno Campanella, Alain Guingal, Vladimir Fedoseyev, Gabriele Ferro, Gianluigi Gelmetti, Fabio Luisi e Vladimir Jurowski. In produzioni spesso firmate dal gotha del teatro contemporaneo, Luca Ronconi o Graham Vick. Franco Zeffirelli o Declan Donellan
E non è finita ancora…
Nuove sfide, importanti debutti: nel 2013 il repertorio si è arricchito del ruolo di Foresto nel verdiano Attila, in concerto alla Deutsche Oper di Berlino, nel 2014 toccherà a Maurizio di Sassonia in una nuova produzione di Adriana Lecouvreur alla Wiener Staatsoper, e al Cavaliere Des Grieux in Manon Lescaut al Festival di Pasqua a Baden Baden, sotto la direzione di Simon Rattle alla guida dei Berliner Philarmoniker. E non è finita ancora…